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venerdì 10 febbraio 2012

d.b. per eexxiitt - autolisi


(autolìsi, quindi)

sottrazione deterministica: curare i campi, difenderli dalla guerriglia. sono preoccupato dalla richiesta di condanna capitale. collasso per la portata di un destino individuale senza linguaggio, della non-necessità della parola, il centro dell’empatia. l'assoluto del vuoto.

(autolìsi, quindi)

mi rialzo. ho già alcuni punti di sutura. provo a imbalsamare tutto. all of them accused of involvement in the shooting of peaceful protesters. dispongono di strumenti primitivi: non interpretano, non svolgono, sparano, eseguono, infliggono a martellate. ripetono la pietà. 

(autolìsi, quindi)

tempo di scheletrificazione: non rimane molto davanti. faccio un tentativo per capire cosa vuol dire repressione. police machine matrice d'écervelés mandatés par la justice sur laquelle je pisse: ora hanno la loro frase antisistema. potrebbe costarmi due mesi di galera

(autolìsi, quindi)

inizio già a mandare odore, lo sento io stesso. the prosecution presented no evidence proving the crackdown on the protesters. evito di dire qualsiasi cosa, mi sento quasi in imbarazzo. mi convincono che la polizia sa di non dover usare la forza contro i civili.

(autolìsi, quindi)

someone demands that he should be sentenced to death by hanging. agisco a seconda del rendimento ottenuto. loro puniscono chi non rispetta le prescrizioni. mi sento anziano e malato, dovrebbero tenerne in conto, dicono. finché il sole non cala sul posto che ho scelto.

(autolìsi, quindi)

è un cristallo. puoi farne ciò che vuoi: renderlo volutamente civile, volutamente lirico, intimista, declinato al privato, al passato. evito il conflitto a fuoco, non ho armi con me. qualcuno reclama tasse che ho già pagato: ho delegato quello che potevo, anche l’atto della sepoltura.

(autolìsi, quindi)

succede alle persone innocenti: gli altri pensano a scriverne, passano dal pubblico al privato, girano le mani, ci buttano su un po’ di merda. la russia si è espressa con preoccupazione. vuole che non rimanga niente. prendo una parte della colpa, provo a espiarla non potendo.

(autolìsi, quindi)

ora non sto più nei campi, ma anche nell’aria, nelle piazze, a fare assalti, sparatorie, portare avanti il conflitto. volo via soltanto perché non ci sono. una sentenza di morte non sarebbe giusta. vedo finalmente il perché, rimane dentro una leggerezza che non potrà mai esistere.

(autolìsi, quindi)

lampi che vanno sull'acqua, che vanno via dal mare e non ritornano, folate lungo tutto il sentiero, ampie, sul paesaggio. il corpo inizia la sua fase terminale, non si adatta più a nulla. è come l’ho sempre desiderato. segue la conduzione al caos, il rimpiazzo delle ossa.

(autolìsi, quindi)

dimmi se mi senti il cranio, se ci vedi dentro una morte che preveda il sangue, che non receda dalle soluzioni drastiche. dimmi se avverti la causa del risentimento, se l’esecuzione è necessaria per molti o se è solo e soltanto una meccanica, il dosaggio dell’odio. io non sento più.

(autolìsi, quindi)
           
ho perso tutto, però so che dipende da ciò che verrà deciso: dicono che qualcuno abbia vissuto bene. una sentenza di morte avrebbe l’impatto desiderato, il peggiore, darebbe il via al nuovo corso della violenza. i giudici possono sentire. sanno che pure io potrei meritarlo.


*


according to a panel conducting an inquiry into Egypt clashes, 846 people were killed and about 6,000 were injured during the protest rallies in from late January to early February.


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muovo dal fuoco fatuo, l’emissione, l’autolisi.
è quello che rimane.


*


(un anno è passato)