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venerdì 7 ottobre 2011

L'un l'altro guarda e del suo corpo essangue / Andrea Zanzotto



1 -   L’un l’altro guarda e del suo corpo essangue
        sul pomo della spada appoggia il peso.
        Ansimare nel nero dell’alba.
        Salire su ansimare sulla soglia sul gradino
        (a/ irrigidimenti di posizioni – confronti di volontà
        c/ mobilitazioni dimostrative
        e/ atti di violenza vessatori
        n/ spettacolare dimostrazione di forze)
2 -   E il torturatore e il tentatore
        (apre una porticina, dissimula)
3 -   Il paesaggio ha tutto confessato, essudato,
        il paesaggio è in confessione, in sudore.
        Il crimine. Il crimine.
        Là mi ero liberato da ogni sogno            è un sogno,
        là facevo marcire l’attenzione: attenti.
        Sottolineato col rosso encausto imperiale:
        ammissioni sogni segni.
        Oh. O.
        Vi si trascinano frammenti di prospezioni di pugne
        di furberie d’imbrogli. Neanche
        Mettere al paragone e poi sciupare cavar via questo strato
        col suo inquisirsi coi suoi scarsi imparamenti.
4 -   E il tentatore riapre la porta
        e il torturatore rilegge ciò che che
        che aveva fatto rossamente essudare fuori.
        Idee tropi nomi e niente.
        Un paesaggio traino di fiori, di grida. Colpisci
        trafiggi dunque.
        Diecimila frammenti d’acciaio irraggiati intorno.
5 -   E tu cereus in vitium flecti cereo nel cedere,
        per te anche la fedeltà è solo un modo dell’acedia;
        e tu in semiluce con Armida ed Alcina,
        bouches ventres reins fouillés tra i fogliami.
        Miraggi incalzati, troppo avanti, oltrati.
6 -   E un «Mirage» un «Phantom» un «Vie» un «Vite». Ultrasonici
        Segnalazioni nel fondo dell’occhio.
        Ricognizioni del fundus oculi del fundus coelorum.
        Soffioni soffiati pappi tutti questi lanci di paracadute,
        falchi e colombe
        farfalle e vespe sull’attraente sullo spolpabile.
7 -   In ultima analisi        in prima sintesi
        tutto sottratto o sommato       prima di ogni somma
        addendi che là su mah        addentellandi
        parole piene con colla di parole vuote
        presto troppo presto per far cenno ai linguaggi o ad altro
        prosa forma paesaggio. Napalm dietro il paesaggio.
8 -   Arrestarsi sulla soglia del santuario centrale.
9 -   Un tentativo un traffico di divise all’orlo a fianco,
        dogane imbrogliate, si dice.
        Confusamente m’avvicino (al tastare).
10 - Oh mio paesaggio perché mi hai...  paesaggio-aggio (spezie rare)?
        Ho paesaggito molto.
        Chi mi parla di libri carte e arte mi atterrisce
        (di donne, di storia-e, di paesaggi).
        Chi mi parla mi uccide.
        Mi è mancato così poco per vivere
        Così poco per sfuggire alla vita.
11 - Il torturatore il dongiovanni il cereo-ceroso
        lo spaventapasseri in fumo di film.
12 - z/Spasm or insensate war
13 - Non dimenticare il campo, l’intrinsechezza
        che corre tra disparato e disparato,
        la fine filialità paternità di questi ricami-richiami.
14 - «La mia paga, la mia paga!»


da: Andrea Zanzotto, La beltà,  Mondadori, Milano 1968